Giorgio Grassi:
La costruzione logica dell’architettura
Un’operazione non solo editoriale che illustra il f
uturo atteggiamento di
Grassi nei confronti dell’architettura, la costruzi
one logica dell’architettura
diviene un programma, uno strumento attraverso il q
uale, interpretare la
realtà ed estrarne la “sintassi” utile a superare la
tipologia come semplice
radicamento tradizionalistico e riconsegnarlo alla
contemporaneità,
“depurato” dalle scomode aderenze storiciste.
E’ lo stesso autore che enuncia questa posizione pro
grammatica quando
descrive la sua fatica editoriale descrivendo
La costruzione logica
dell’architettura
come “un libro che, mentre ci lavoravo, mi faceva a
nche
capire, a me apprendista, il perché di certe simpati
e, di certe presunte
affinità. Le Muet e i manuali per costruire, Viollet
-le-Duc e l'architettura
racchiusa nei termini di un dizionario, linee e mod
i di operare che ero
deciso a far miei. Loos e Oud, Tessenow e Hilberseime
r, libri alternati a
progetti a far vedere la loro equivalenza e la loro
interscambiabilità. La
lucidità mi attirava, e il rigore, la linearità, l'a
pparente facilità e la
semplicità come fine. Dove il rapporto era sì con cer
ti libri e certe
architetture, che mi sembravano definitivi e insiem
e ricchi di nuove
possibilità, ma sopratutto con l'intelligenza che s
tava dietro, con il
movimento di quell'intelligenza, con la tensione ma
anche con la
precisione e la coordinazione, idee chiare messe in
opera con precisione e
controllo.
Opere di tipo e aspetto assolutamente normali da cu
i risultava un modo
del tutto singolare di vedere le cose e sempre un m
odo autentico, libero,
virtuoso, ecco ciò che stava dietro a quei libri e
a quei progetti e che ero
deciso a far mio. Le forme in realtà c'entravano ben
poco, era la loro
ragione di essere a essere in gioco in quei libri e
in quei progetti, il loro
perché, il perché del mio stesso lavoro”.
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