L'ARCHITETTURA DELLA CITTA' ALDO ROSSI Introduzione La citta, oggetto di studio di questo libro, viene intesa come architettura. E parlando di architetture non ci riferiamo solo all'immagine visibile della citta ma piuttosto all'architettura come costruzione. L'architettura, in senso positivo, e per sua natura collettiva. I primi uomini costruirono le loro abitazioni tendendo a realizzare ambienti piu favorevoli alla loro vita ma anche estetici. Il contrasto tra particolare e universale e tra individuale e collettivo e uno dei punti di vista con cui la citta viene studiata in questo libro. Ogni area sembra essere un locus solus mentre ogni intervento sembra doversi riportare a dei criteri generali di impostazione. Negli studi urbani non daremo mai troppa importanza al lavoro monografico, alla conoscenza dei singoli fatti urbani. Ho cercato di stabilire un metodo d'analisi che si presti a una valutazione quantitativa e che possa servire a raccogliere il materiale studiato secondo un criterio unitario --> identificazione della citta come manufatto, divisione della citta in elementi primari e in area-residenza. La divisione della citta in sfera pubblica e sfera privata, elementi prima e area-residenza, e stata piu volte indicata e proposta, ma non ha mai avuto l'importanza di primo piano che merita. L'elemento collettivo e quello privato, societa e individuo, si contrappongono e si confondono nella citta. (diventano i segni della vita quotidiana). Questo studio cerca di ordinare e disporre i principali problemi della scienza urbana. Il nesso di questi problemi e le loro implicazioni possono riportare la scienza urbana al complesso delle scienze umane, ma in questo quadro io credo che questa scienza abbia una sua autonomia anche se nel corso di questo studio io mi chiedo piu volte quali siano le caratteristiche di autonomia e limiti di una scienza urbana. Riflessione anche sui problemi storici e sui metodi di descrizione dei fatti urbani. Per l'elaborazione di una teoria urbana ci si puo riferire a diversi studi: ma dobbiamo prendere questi studi dalle parti piu diverse per una costruzione della specifica teoria urbana. Possiamo dire che esistono due grandi sistemi: quello che considera la citta come prodotto di sistemi funzionali generatori della sua architettura e quindi dello spazio urbano, e quello che la considera come una struttura spaziale (nel primo la citta nasce dall'analisi di sistemi politici, sociali, economici ed e trattata dal punto di vista di queste discipline, il secondo punto di vista appartiene piuttosto all'architettura e alla geografia. Il libro e diviso in quattro parti: nella prima mi occupo di problemi di descrizione e di classificazione, quindi di problemi topologici, nella seconda della struttura della citta per parti, nella terza dell'architettura della citta e del locus su cui questa insiste e quindi della storia urbana, nella quarta infine accenno alle principali questioni della dinamica urbana e al problema della politica come scelta.CAPITOLO PRIMO - STRUTTURA DEI FATTI URBANI Individualita dei fatti urbani Nel descrivere una citta ci occupiamo prevalentemente della sua forma. Essa si riassume nell'architettura della citta ed e da questa architettura che si risale ai problemi della citta. Per architettura della citta si possono intendere 2 aspetti: nel primo caso e possibile assimilare la citta a un grande manufatto, un'opera di ingegneria e di architettura, nel secondo caso possiamo riferirci a dei fatti urbani caratterizzati da una loro architettura e quindi da una loro forma. Dove comincia l'individualita di un palazzo L'individualita dipende senz'altro dalla sua forma piu che dalla sua materia, anche se questa vi ha grande parte. Alcuni valori e alcune funzioni originali sono rimaste, altre sono cambiate, di alcuni aspetti della forma abbiamo una certezza stilistica altri suggeriscono apporti lontani.I fatti urbani come opera d'arte Nel porci interrogativi sulla individualita e la struttura di un singolo fatto urbano si sono poste una serie di domande per rispondere alle quali dovremmo saper analizzare un'opera d'arte. Vi e quindi qualcosa nella natura dei fatti urbani che li rende molto simili a un'opera d'arte. Questa artisticita e molto legata alla loro qualita, al loro unicum, alla loro definizione. Per definire un fatto urbano dovremmo occuparci della geografia urbana, della topografia urbana, dell'architettura e di altre discipline. Cio significa che, in maniera piu generale, potremo stabilire una geografia logica della citta; questa geografia dovra applicarsi ai problemi del linguaggio, della descrizione, della classificazione. Ma questa concezione della citta e dei fatti urbani come opera d'arte ha precorso lo studio della citta stessa. Questa questione pero e stata esposta esplicitamente in modo scientifico soprattutto attraverso la concezione della natura dei fatti collettivi. Tutte le grandi manifestazioni della vita sociale hanno in comune con l'opera d'arte il fatto di nascere dalla vita incosciente. Levi-Strauss ha notato come la citta, piu delle altre opere d'arte, sta tra l'elemento naturale e l'artificiale, oggetto di natura e soggetto di cultura. Carlo Cattaneo invece indica come ci sia una stretta connessione tra citta e campagna in quanto tutto l'insieme dei luoghi abitati e opera dell'uomo. La citta e nella sua storia. Quindi il rapporto tra il luogo e gli uomini ci indica che l'opera d'arte e fondamentale, il fatto ultimo, che testimonia un'evoluzione secondo finalita estetica. Riprendendo l'ipotesi della citta come manufatto, come opera di architettura, citiamo le considerazioni di Camillo Sitte. Egli afferma: "Noi oggi abbiamo tre sistemi proncipali di costruire la citta: il sistema ortogonale, il sistema radiale e il sistema triangolare. Tutti questi sistemi hanno un valore artistico nullo, il loro scopo e la regolazione della rete stradale. Uno scopo puramente tecnico, lontano dall'arte". Ma d'altra parte la lezione di Sitte contiene un grosso equivoco; che la citta come opera d'arte sia riducibile a qualche episodio artistico e non alla sua esperienza concreta. Noi crediamo al contrario che tutto sia piu importante delle singole parti. Il fatto urbano va considerato nella sua totalita. Dobbiamo esaminare questa architettura totale, partendo da una classificazione. Questioni tipologiche Gli uomini dall'eta del bronzo adattarono il paesaggio alle necessita sociali costruendo isole artificiali, pozzi, canali di scolo, corsi d'acqua. Antica quanto l'uomo e dunque la patria artificiale. Nel senso stesso di queste trasformazioni, si costituiscono le prime forme e i primi tipi d'abitazione; e i templi e gli edifici piu complessi. Il tipo si va costruendo secondo delle necessita e delle aspirazioni di bellezza. E quindi logico che il concetto di tipo si costituisca a fondamento dell'architettura e ritorni nella pratica come nei trattati. Negli antichi trattati ritroviamo il concetto di tipo non come un modello fisico architettonico da imitare ma piuttosto come l'idea di un elemento che deve egli stesso servire di regola al modello (il modello e inteso come esecuzione pratica d'arte, il tipo e un oggetto secondo il quale ognuno puo concepire delle opere, che non si rassomiglieranno punto fra loro. Tutto nel "tipo" e piu vago). Il tipo e la regola, quindi il modo costruttivo dell'architettura. Sono propenso a credere che i tipi della casa d'abitazione non siano cambiati dall'antichita, anche se sono cambiati i modi di vivere. Infine, potremmo dire che il tipo e l'idea stessa dell'architettura, cio che sta piu vicino alla sua essenza. Critica al funzionalismo ingenuo Penso che la spiegazione dei fatti urbani mediante la loro funzione sia da respingere in quanto spesso essa cambiera o, spesso, una funzione specifica non esiste. Ridurre tutto al funzionalismo ingenuo, vuol dire non conoscere il mondo dell'architettura secondo le sue vere leggi. Il funzionalismo nasce dal fatto che e logico immaginare come, accettata una classificazione per funzioni, la funzione commerciale si presenti come quella piu convincente a spiegare la molteplicitadei fatti urbani (riflessione di Max Weber). Bisogna aggiungere che se i fatti urbani sono un mero problema di organizzazione essi non possono presentare ne continuita, ne individualita; i monumenti e l'architettura non hanno ragione d'essere, essi "non ci dicono nulla". Si puo affermare, in conclusione, che un criterio di classificazione basato sulle funzioni (funzionalismo) e accettabile come regola pratica alla pari di altri criteri, per esempio, associativi, costruttivi, di sfruttamento dell'area, ecc. Problemi di classificazione Presentiamo teorie diverse di classificazione. Per Tricart la base della lettura della citta e il contenuto sociale; lo studio del contenuto sociale deve venire prima della descrizione dei fatti geografici che danno al paesaggio urbano il suo significato. I fatti sociali, in quanto di presentano appunto come contenuto, sono precedenti le forme e le funzioni e per cosi dire le comprendono. E compito della geografia umana studiare le strutture della citta in connessione con la forma del luogo in cui queste si manifestano; ma bisogna stabilire i limiti entro cui viene svolto questo studio sociologico. Tricart individua 3 ordini o scale diverse: a) la scala della strada che comprende le costruzioni e gli spazi non costruiti che la circondano, b) la scala del quartiere che e costruito da un insieme di isolati con caratteristiche comuni, c) scala della citta intera considerata come un insieme di quartieri. Ma dobbiamo contraddire Tricart, in quanto non possiamo pensare che i fatti urbani mutino in qualche modo a causa della loro dimensione. Rathcliff afferma: "rimandare i problemi della citta a un problema di dimensioni vuol dire che le soluzioni stiano nel proiettare dall
đang được dịch, vui lòng đợi..